Cassino, 1944. Un'abbazia all'inferno. Con videocassetta

Cassino, 1944. Un'abbazia all'inferno. Con videocassetta

In un momento in cui la Seconda guerra mondiale sembrava perduta per le forze dell'Asse, dopo le rovinose sconfitte in Russia e in Africa settentrionale, il fronte italiano mostrò che l'esercito del Terzo Reich era tutt'altro che finito, che la sua tenacia era intatta, e che avrebbe dato del filo da torcere agli Alleati. Alcuni si illudevano che, una volta messo piede in Italia, gli angloamericani avrebbero risalito facilmente la penisola, per poi puntare verso il cuore dell'Europa e della Germania. Il generale Eisenhower aveva baldanzosamente dichiarato che gli alleati avrebbero vinto la guerra entro la fine del 1944, e "Newsweek" aveva festeggiato l'anno nuovo informando i suoi lettori che il conflitto poteva concludersi "entro un trimestre". La guerra invece, durò altri sedici mesi in Europa, e ancora più a lungo nel Pacifico. E non fu concretamente scritta solo dalle battaglie navali e dalle incursioni dei bombardieri, ma anche da tanti episodi drammatici come la battaglia di Monte Cassino, suggelata dal commento che il generale statunitense Walker annotò sul suo diario: "Ieri due interi reggimenti di questa divisione sono stati macellati sulla riva occidentale del Rapido, di fronte all'Abbazia..."
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