Casa (La)

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Nei suoi racconti Melitta Breznik «riesce ogni volta a mantenere alta la tensione, facendo emergere nel dettaglio il significato di tutta una vita ed evitando con grande cura ogni patetismo. Ciò che la Breznik vuole affrontare è appunto la periferia dell'esistenza - l'amico malato di Aids, l'anziano ex combattente che sta morendo di tumore, il caso di omonimia nel ricovero per tentato suicidio - sono istantanee scattate da una certa distanza, ma che sempre inquadrano il punto in cui la vita, per l'incepparsi più o meno casuale di un ingranaggio, s'avvicina ai confini con la morte, o con la follia e a quel punto rispecchia se stessa». (Anna Ruchat)
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