La persecuzione dei cattolici in Cina

La persecuzione dei cattolici in Cina

Mao Zedong considerava i cristiani pericolosi nemici. Il Partito pone se stesso, cioè lo Stato, al centro dell'universo e tutto deve servire a rafforzare il suo potere, perciò i criminali vanno puniti e "rieducati" attraverso il lavoro. A tal fine si riempiono i laogai, campi di concentramento mascherati da industrie o fattorie che esportano in Occidente buona parte dei loro prodotti a prezzi - ovviamente - molto competitivi. Il loro numero e quello dei prigionieri è segreto di Stato. Harry Wu - fondatore della Laogai Research Foundation - e i dissidenti che sono in contatto con lui ne hanno individuati almeno mille; da tre a cinque milioni sono le persone che si ritiene siano attualmente detenute. Dopo sedici ore di lavoro forzato, i prigionieri subiscono un sistematico lavaggio del cervello per venire "rieducati". Dal 1949 a oggi, in Cina sono perseguitati i seguaci di ogni religione, soprattutto i cattolici, considerati pericolosi sovversivi. Ma anche i monaci buddisti hanno subito veri e propri stermini. Il presente testo, che raccoglie numerose testimonianze, è corredato da foto di campi di prigionia, di detenuti, di persone scomparse e di moderni martiri della religione.
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