Exilis liber

Exilis liber

"In latino, anche? Solo il titolo. Si ha il sentore di un qualche vezzo. Esibizionismo. Peggio: passatismo". Così Fausto Maria Pico avverte il lettore di questo libro (breve, forse, ma non esile) su coinè l'inattualità del "fare poesia" oggi sia insieme un gesto critico, politico, di complicità e resistenza culturale. Ma se l'opera è "breve", è tuttavia intensa e dilatata nello spazio delle occasioni e degli incontri culturali; e sono atti raffinati, appena accennati, quelli che conducono nei luoghi dove mente ed emozione si scambiano i ruoli, toccando i contorni di Euclide, Quasimodo, Penna, per poi omaggiare l'ironia verbo-concettuale-poetica di Toti Scialoja. "Exilis liber" è un condensato resoconto in versi che. ancora una volta, chiede la complicità di un "simile a noi", di quell'hypocrite lecteur che, nell'invocazione che da Baudelaire arriva a Eliot, evoca un tempo senza tempo, eternamente presente.
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