L'enigma della cosa in sé

L'enigma della cosa in sé

Sul finire dell'Ottocento nella tomba di Immanuel Kant viene ritrovato un frammento di piastrella di materiale indefinibile recante nientemeno che l'impronta della mano sinistra di Adamo, posta a sigillo di un patto col diavolo risalente all'inizio dei tempi. L'enigmatico reperto gelosamente conservato da Kant è forse destinato a gettare un'ombra di irrazionalismo e di superstizione sulla figura del filosofo noto come l'alfiere dell'illuminismo e della rezionalità? Ma il vero proprietario della cosa misteriosa era stato anzitutto Johann Georg Hamann, grande amico di Kant, sulla cui vita essa sembra agire come una maledizione. Interpellato in merito, il filosofo sentenzia che il maleficio può essere neutralizzato solo con gli strumenti della scienza. Inizia così la battaglia della ragione contro l'ignoto: il fedele domestico di Kant, Martin Lampe, uomo rozzo ma non privo di pretese intellettuali, viene inviato dal padrone in visita ad alcuni fra i più acuti e stravaganti scienziati e inventori del secolo, nel tentativo di sfruttare il sapere per debellare la superstizione. Ma, come i protagonisti comprendono a proprie spese, ci vuole ben altro per venire a capo dell'enigma, poiché l'oggetto, fedele alla sua estraneità alle leggi della 'ratio' umana, non solo resiste agli assalti della scienza, ma risponde colpo su colpo con esiti grotteschi e fantasiosi. Solo abbandonando la via del raziocinio e della tecnica e imboccando quella dell'irrazionale si riuscirà alla fine ad aver ragione della cosa misteriosa. Con il suo stile umoristico e ammiccante, già noto ai lettori del 'Mangialibri', Huinzing fornisce qui uno spaccato parodistico dell'età dei lumi, rivelandone luci e ombre con una sottigliezza narrativa che all'intelligenza del filosofo e alla profondità del teologo unisce l'estro funambolico e bizzarro del romanziere postmoderno.
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