Il castello di mia madre

Il castello di mia madre

"Ma sono matti gli stradini a fare una strada così tortuosa!", esclama il piccolo Marcel nel corso del lungo viaggio di avvicinamento alla località dove i Pagnol trascorreranno un'indimenticabile villeggiatura estiva, raccontata con dovizia di particolari ne "La gloria di mio padre". E suo padre Joseph, dopo aver precisato che è la società intera ad essere assurda, spiega a Marcel che il giro che sono costretti a fare per andare nella casa delle vacanze è reso interminabile "da quattro o cinque proprietà che il sentiero non ha potuto attraversare, e che si estendono oltre quelle mura...". La sensibilità di Pagnol, la sua capacità di emozione, che non degenera mai nell'impudicizia sentimentale, traggono origine, oltre che dalla suggestione dell'ambiente provenzale, dalla voglia di conservare il punto di vista, candido e sfrontato di un ragazzo che ha molto vissuto senza mai perdere il ricordo e il rispetto di sé, né la curiosità di vedersi vivere. Di qui la sua maniera di raccontare, di una naturalezza e di un riposo che suggeriscono l'immagine piuttosto che il ragionamento, e che si confanno alla perfezione a un'opera come "Il castello di mia madre", dominata dalla definizione plastica di figure e paesaggi.
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