Tempi improvvisi

Ollie è tornato a Sligo, la piccola città della West Coast irlandese dov'è nato, ed è andato a vivere in una casa a High Street con degli artisti 'bohémien' che vanno puntualmente in bagno nel cuore della notte e fanno gorgogliare per ore uno sciacquone antidiluviano. Dietro la porta della sua stanza, appesi su una gruccia, Ollie conserva i vestiti per andare da Doyle, il supermercato dove dà via i carrelli a una sterlina, in una scatola di latta in un angolino ripone con cura le magliette e le camicie pulite, in un sacco sotto il letto i panni sporchi. Il soffitto della stanza è così basso che Ollie deve chinarsi per vestirsi e, di notte, quando la finestra è aperta, tutta la città sembra infilarsi nel suo letto: ubriachi, donne che urlano, le campane della chiesa, taxi, skinheads. Ollie, però, non si cura più di tanto della sua stanza, degli artisti 'bohémien' e delle notti brave di Sligo. Le cose che lo preoccupano sono altre: sono l'assurda, insensata allucinazione che lo tormenta da un po', la visione di una sposa immobile e senza volto nella vetrina della lavanderia a secco e a gettoni di fronte casa sua; oppure la faccia falsamente addolorata del principale del pub che l'ha licenziato dicendogli che doveva stare attento a chi assumeva; oppure il modo in cui Sara, la ragazza conosciuta all'ostello, gli ha tolto la mano dalla spalla, con un gesto che voleva dire per me non vali niente. Possibile che a Sligo tutti sappiano di Londra? Del cantiere, di Marty, di Redmond, di Scots Bob e di Silver John? Possibile che le immagini che non gli davano tregua di notte si siano trasformate in spietate allucinazioni di giorno? E che il passato sia, proprio come il suo senso di colpa, così disperatamente, irrimediabilmente incancellabile? Con il ritmo del thriller e una scrittura intrisa di 'humour' e ironia, Dermot Healy ci offre con "Tempi improvvisi" "un romanzo comico e brutale, coinvolgente e immediato come una poesia" (Neil Jordan) sui legami indissolubili della vita e sui conflitti che si celano nei luoghi più nascosti dell'anima.