Ogni cuore umano

Ogni cuore umano

Che cosa spinge un essere umano a scrivere il suo diario intimo? Il bisogno impellente, a un certo punto della propria vita, di essere sinceri con se stessi? di dirsi tutta la verità senza pudore, e gettare così finalmente luce su quegli aspetti della propria esistenza che non osiamo confessare neanche a noi stessi, persino nell'assoluta intimità delle nostre cronache private? Niente di tutto questo, o, almeno, niente di tutto questo vale per il protagonista di queste pagine: Logan Gonzago Mountstuart, scrittore nato in Uruguay nel 1906 da madre uruguayana e padre inglese, e vissuto più o meno ovunque nel corso della sua esistenza e di quella del secolo appena trascorso. Logan Mountstuart scrive il suo 'journal intime' per quello che lui ritiene lo scopo di ogni vero diario: venire a capo delle infinite personalità che compongono quello strano animale che è l'essere umano. In ogni uomo, infatti, come in un abbecedario dell'evoluzione, palpita di volta in volta il cuore di uno scimmione irsuto, di un intellettuale nevrastenico, di una nobile persona o di un mostro egoista. Ogni essere umano può davvero dire "io sono tutte queste persone differenti - tutte queste persone sono me". E, tra tutti gli esseri umani, soprattutto lui, Logan Mountstuart, che negli Anni Trenta è a Londra, vive a Chelsea come un perfetto dandy e frequenta Cyril Connolly, Virginia Woolf e l'intero gruppo di Bloomsbury. Lui, Logan, che a Parigi diventa amico di Joyce, Picasso, Hemingway e, in Spagna, durante la guerra civile, è un fiero combattente e, durante la seconda guerra mondiale, in compagnia di Ian Fleming, una perfetta spia dell'intelligence britannica. Lui, lo scrittore anglouruguayano, che nel dopoguerra newyorchese è a suo agio tra i bohémien dell'avanguardia artistica e, negli Anni Settanta, è di nuovo in Inghilterra, dove gli accade inconsapevolmente di fare da corriere alla Baader- Meinhof. Attraverso le infinite personalità di Logan Gonzago Mountstuart (scrittore, dandy, seduttore, ciarlatano, spia) sfila, in questo indimenticabile romanzo, tutta la costellazione di immagini del secolo appena trascorso. Un secolo che, come i mille volti di Logan, può celare l'impostura e l'eroismo, l'orrore e la grandezza, nella generale indiscernibilità delle singole vite umane e dei tempi.
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