E un giorno divenimmo il nulla

E un giorno divenimmo il nulla

Nella vena poetica di un giovane pulsano ormoni. I quali danno una forza e una pressione particolari a ciò che scrive; quando tratta d'amore, ad esempio. L'amore a vent'anni non sarà mai uguale a quello delle età successive perché è la giovinezza, la "polyanthemos ore", la stagione della grande fioritura, per dirla con un poeta greco di quasi due millenni e mezzo fa. E quindi ben s'intende come la pagina del ventunenne Davide Fiorentini raccolga parole d'amore con la violenza e la tenerezza con cui eros si insedia nel cuore alla sua età. Ma l'essere un poeta genuino lo svincola dal mero dato anagrafico. I vent'anni da poco varcati riemergono anche nel parlare dell'amicizia, altra dimensione della sua poetica, ampiamente presente in questa raccolta. Agli amici vengono riservate preziose parole di affetto. Il poeta è consapevole di quale tesoro sia la vera amicizia nella vita; di come vada coltivata; di quanto fragile possa rivelarsi a fronte degli allontanamenti, dei silenzi - talvolta senza ragione sopraggiunti - in grado di interporre gelide distanze siderali tra pianeti prima riscaldati dallo stesso sole.
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