L' inconscio letterario

L' inconscio letterario

Seguendo l'osservazione di Michael Polanyi in "La conoscenza inespressa" (1966), "conosciamo più di quanto possiamo dire", Eric S. Rabkin, noto per i suoi studi sul fantastico, s'interroga sulla conoscenza profonda e sui linguaggi naturali dell'uomo attraverso un originale excursus che coinvolge i testi biblici. "La discendenza della fantasia" dimostra come il linguaggio sia valutato, pur inconsciamente, dalla sua efficacia sociale. In "Il frutto proibito" è il cibo a essere analizzato nella sua valenza simbolica. E infine "La città inconscia" in daga sul significato di un simbolo artificiale come la città, il più socialmente connotato: infatti, per Aristotele, umano è colui che vive nella polis. Questi tre saggi si offrono come punti chiave sulla via dell'esplorazione dell'inconscio letterario.
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