Comunicare letteratura

Comunicare letteratura

«Comunicare letteratura» nasce, con sostanziali modifiche nel titolo e nella struttura delle sue rubriche, dall’esperienza settennale di una rivista, «Comunicare Letterature Lingue», che si era guadagnata nel tempo l’incoraggiamento e l’attenzione di un numero sempre più considerevole di lettori italiani e in buona misura stranieri. Un’esperienza troncata all’improvviso per ragioni né culturali né economiche e tali, dunque, da risolverci a continuare l’impresa, con l’apporto dei collaboratori allora più determinati e sostenuti da un amico editore generoso ed entusiasta come Mauro Festini Brosa delle Edizioni Osiride di Rovereto. Siamo pure convinti che l’offerta editoriale italiana, benché ricca e articolata, continui tuttavia a non presentare nulla di paragonabile a quanto avevamo finora realizzato e che qui riproponiamo: un annale, una rivista-libro per sua natura non legata alla cronaca e all’attualità; un volume miscellaneo che alterni saggi critici di specialisti già affermati con gli studi rigorosi di quei tanti giovani di valore che cercano con sempre maggiore difficoltà spazio e ascolto. Tuttavia, la specificità di «Comunicare letteratura» consisterà soprattutto nell’avvicendarsi sulle sue pagine di contributi critici con testi di letteratura primaria, italiani e stranieri, inediti e/o tradotti nella nostra lingua per la prima volta, accompagnati da testimonianze originali degli autori chiamati a dialogare con la propria opera e con i nostri lettori. L’area di riferimento, ampia e circoscritta al tempo stesso, ci vedrà esplorare la letteratura italiana e quella del nord-est europeo, dalla Germania alla Russia, dall’Austria ai Balcani, dall’Ungheria alla Georgia, in una ricerca di comunanze e di originalità all’interno di quella straordinaria ecumene che fu una certa Mitteleuropa storica, alla quale peraltro intendiamo richiamarci senza alcuna nostalgia di maniera o idealizzazioni mistificatorie. In un momento in cui sembra che le modalità del comunicare debbano assolutamente obbedire ai canoni di velocità e facilità, e all’oralità e all’effimero della parola detta viene accordato ogni privilegio, si assiste invece a un intensificarsi di rapporti coltivati attraverso la parola scritta. Gli sms e le e-mail, i blog, i forum e le newsletter che popolano l’etere inducono molto più di quanto si sospetti a praticare l’esercizio della scrittura. E se queste modalità paiono non esigere un’attenzione particolare per quegli aspetti di correttezza formale e stilistica propri di un componimento più meditato, ciò non toglie che lo scrivere, e di conseguenza la lettura, stiano riappropriandosi di spazi fino a ieri altrimenti occupati. Un motivo ulteriore, ci sembra, per proporre ancora la pagina scritta: una pagina che coniughi l’attenzione sollecita per il cosa dire con la cura del come dirlo, convinti come siamo che sussista ancora ampio margine per quanti con la letteratura, non dozzinale o commissionata, abbiano ancora qualcosa da dire: il nostro impegno, per quanto possibile alle forze di cui disponiamo, sarà quello di dar loro spazio e voce.
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