Rivolta (La)

Rivolta (La)

"Per le scale rimbombava come un'eco la voce di un educatore a cui si impediva di intervenire: "Non picchiateli! Non picchiateli!". I rivoltosi avevano resistito tutto il giorno. La squadra antisommossa era riuscita a domarli solo dopo il crepuscolo, sotto un nutrito lancio di lacrimogeni. Nella sezione ordinaria i ragazzi avevano spaccato tutto e alcuni avevano bruciato le celle per solidarietà con i ribelli. Le guardie erano intervenute ai vari piani e c'erano andate giù pesante. Una cinquantina di detenuti si era ritrovata in isolamento, e i trenta più agguerriti che avevano resistito fino all'ultimo erano stati spediti nella sezione disciplinare degli adulti, blocco 3. L'educatore, l'unico dell'Unità Educativa in servizio quel giorno, non poteva fare più niente per loro. Eppure aveva sudato sette camicie durante la rivolta. Era riuscito a raggiungere i ribelli sul tetto nella speranza di farli ragionare. Ma erano tutti fuori di testa. Erano andati allegramente al massacro. Roba da pazzi". La rivolta è un noir implacabile, aspro ma profondamente umano. Nan Aurousseau ci fa penetrare in un universo carcerario ultraviolento dove la brutalità, la disperazione e il tormento incontrano il miracolo del riscatto. L'inferno della detenzione visto dagli occhi di chi l'ha vissuto sulla propria pelle.
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