Lone Ranger fa a pugni in Paradiso

Lone Ranger fa a pugni in Paradiso

La vita in una riserva indiana, narrata in prima persona, in una raccolta di ventidue stupende, incisive short stories scritte da un pellerossa Spokane/Coeur d'Alene, Sherman Alexie. Apparentemente semplici e spoglie, a tratti brutali nel tono, sono ricche di una fortissima carica interna che esplode in situazioni esemplari, quadri autentici della desolazione e della disperazione attuale di un intero popolo. Ma il radicato sentimento di appartenenza alla tribù, l'infallibile tendenza alla speranza trasfigurano la malinconia in poesia. I personaggi scivolano da un racconto all'altro e i temi stessi si richiamano attraverso molteplici rimandi. Incentrato sulla rabbia, sull'amarezza di una condizione faticosamente subita, ma anche sul perdono, il libro fotografa la realtà di un "ghetto": dall'alcolismo - piaga centrale ed endemica - alle partite di basket - sport rubato ai bianchi che si trasforma per certi in strumento di salvezza -, dalla morte all'amore. L'autore sottolinea la profonda distanza tra le persone: tra indiani e bianchi, tra chi è confinato nella riserva e chi si è spostato nelle città, tra donne e uomini, ma soprattutto tra la gente d'oggi e le leggendarie figure del passato. Allegria e tragedia procedono affiancate e la voce vibra di humour e di ironia per sopportare meglio le difficoltà. Come un moderno creatore di miti, Alexie coglie, nel suo stile visionario, il senso di estraneità che separa oggi più che mai i nativi del Nuovo Continente dal resto del mondo. Un eccezionale talento espressivo afferma la continuità di un retaggio culturale, storico, linguistico che si vuole preservare dall'impoverimento, dall'omologazione e dall'oblio imposti dalla cultura imperante.
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