La mia vita

Questa è la storia di Marlon Brando, l'ultimo mito. Ribelle e selvaggio nelle giacche di pelle di "Fronte del porto", brutale e indimenticabile Kowalski in "Un tram che si chiama desiderio", implacabile e maestoso Don Corleone nel "Padrino", sensuale e sconfitto in "Ultimo tango a Parigi". Straordinario sempre, sulla scena e nella vita, considerata una questione privata "che non doveva interessare nessuno, tranne i miei familiari e le persone che amo. A eccezione di alcuni temi di carattere politico e morale che mi hanno instillato il desiderio di far sentire la mia voce, ho sempre ritenuto opportuno restare in silenzio. Ma ho deciso di scrivere la mia autobiografia per scindere la verità da tutte le leggende inventate sul mio personaggio. Una sorte, quella di alimentare miti, che accomuna coloro i quali, nella nostra cultura, sono travolti dal vortice della celebrità, causa di ogni tipo di mistificazione". Sull'attore sono state infatti pubblicate decine di libri, ma la maggior parte riporta i fatti in modo impreciso, basandosi su dicerie e puntando soprattutto sullo scandalo e sul sensazionalismo. Qui invece è Brando stesso a raccontare le proprie memorie, con l'aiuto del giornalista e scrittore Robert Lindsey, regalando ai fan di tutto il mondo un libro unico, brillante e commovente, appassionato e sincero, pieno di rabbia e di autocritica, di profonde riflessioni e di curiosi ricordi. La confessione di uno dei più affascinanti, controversi e inafferrabili divi del cinema di tutti i tempi.