Il maestro di Go

Il maestro di Go

Con "Il maestro di go" Kawabata ci offre il suo romanzo più spoglio e più essenziale, l'opera che più ebbe a cuore. Raccontando un torneo di go che si svolse realmente nel 1938, e che è rimasto celebre negli annali di quest'arte, lo scrittore analizza con una minuzia appassionata il dramma di un vecchio lottatore che soccombe. Infatti, sotto i paramenti di un cerimoniale quasi liturgico, nello scenario seducente di un albergo giapponese di campagna, il vecchio Maestro, l'eroe fino ad allora imbattuto di tanti altri 'incontri', conduce il suo ultimo combattimento. In un clima ovattato ma carico di una tensione a volte insostenibile, il Maestro cadrà sotto i colpi di una stampa potente e affaristica, delle ambizioni della generazione in ascesa e degli intrighi del proprio ambiente. In contrappunto l'autore commenta le mosse della partita, che sotto la sua penna diventa un gioco di vita e di morte. Viene inevitabilmente da pensare allo Hermann Hesse del "Giuoco delle perle di vetro" o al Nabokov de "La difesa": al pari di essi, ma nel modo inconfondibile che il lettore ben conosce, Kawabata sa evocare i poteri di un alto divertimento dello spirito e manovrarne i simboli, giungendo così a esprimere una realtà assai vasta. "Basta un ramo d'albero ben dipinto" egli ha scritto citando un pittore cinese "per farci udire il rumore del vento".
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