Albero di Natale (L')

Albero di Natale (L')

E' sempre un gran giorno quello in cui si porta a casa l'albero di Natale, col suo profumo di aghi di pino nelle stanze che sanno d'inverno e le sue decorazioni luccicanti. Immagini di festa, tradizione e calore, le luci dell'albero sono anche la messa a fuoco simbolica delle domande che Constance Keating da sempre si pone sul senso da dare alla vita. Costretta da una grave malattia a fare i conti con un passato spezzato o perduto, Costance lascia affiorare a poco a poco i ricordi. La fuga dalla casa paterna, il desiderio di diventare scrittrice, il breve incontro con Jacob, l'ebreo polacco come lei artista e straniero. Ora può davvero accettare la vita e farne oggetto di un racconto che è confessione e diario di un corpo a corpo con la coscienza che la malattia pone come passaggio imprescindibile. E può saldare la propria vita alle altre esistenze, riconoscendo il rapporto sempre negato con la madre con cui intreccia un silenzioso ma continuo colloquio e trovando il coraggio di entrare di nuovo nella vita di Jacob, padre della figlia di pochi mesi che aveva voluto per sé sola.Ben decisa a non sottostare ai consigli dell'efficiente sorella, alle affettuose rimostranze del medico per la sua ostinazione a voler rimanere arbitra della propria esistenza fino alla fine, l'albero di Natale è la sua estrema sfida. Ma è anche, nella sua ferma luminosità, la promessa di una specie di eternità in cui è stato impresso un segno: la figlia, il libro.Scritto con uno stile terso, teso tra semplicità e indicibilità, "L'albero di Natale" vede l'insinuarsi del passato, allontanato e nel contempo recuperato, nella maglie del presente. L'io narrante, giunto al suo pieno, cosciente sviluppo, è in grado di conferire a un romanzo che affronta il rapporto con la morte una portata sorprendentemente vitale.
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