L'eroe. Il saggio

L'eroe. Il saggio

Gesuita audace e ribelle, Baltasar Graciàn fu interprete di un'epoca di profonde lacerazioni. Di fronte alla crisi dell'autorità e alle turbolenze del "secolo di ferro", teorizzò una dottrina del comportamento sociale basata su di una difficile - e pragmatica- forma di saggezza. E riuscì a superare il dualismo tra ragion pratica ed etica religiosa grazie a una sottile mediazione tra esigenze dello spirito cristiano e contingenze storiche e sociali. Alla base della sua visione sta un uomo capace di dominare se stesso per non farsi sopraffare dagli altri. L'eroe e Il saggio completano, con l'Oracolo manuale e arte di prudenza (Guanda, 1986), una cattedrale di varianti sul tema della "dissimulazione onesta".L'Eroe (1637) è dedicato allo sviluppo delle qualità - o "perfezioni"- di chi è destinato a ruoli di dominio; Il Saggio (1645) si rivolge a chi intende operare rettamente nel quotidiano, facendo della propria vita una vera arte. Entrambe le raccolte si basano sulla convinzione che la personalità dell'individuo sia come creta informe da modellare: armonizzandosi con il mondo e con i proprio simili, l'individuo può sfruttare appieno ciò che gli è stato concesso dalla natura, e, quindi, affermarsi grazie a una forma superiore di saggezza. In questa concezione organizzativa e politica del sociale sta la grande modernità di Graciàn e della sua scienza del potere.
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