Santa Evita

Accade spesso che una grande figura della Storia sia scelta da uno scrittore come protagonista di un romanzo. Più sorprendente è il caso in cui, accanto alla vicenda del personaggio da vivo, e anzi in primo piano, è narrata la storia della sua salma. Sì, Santa Evita ci racconta le interminabili, incredibili peripezie (è compresa perfino una permanenza in Italia) del cadavere di Eva Peròn. La giovane attrice che, arrivata dalla provincia, arrancava a Buenos Aires per conquistarsi un posto nel mondo dello spettacolo, grazie all'incontro con il futuro dittatore (ma grazie, soprattutto, alla personalità straordinaria che la sorte le aveva regalato), divenne la Prima Dama d'Argentina, idolatrata dagli umili per la sua generosità, guardata con sospetto dal potere economico, osservata talora con imbarazzo dal suo stesso marito e dai politici che gli stavano intorno... Quando, nel 1952, poco più che trentenne, Evita muore di cancro, il presidente fa imbalsamare il suo corpo, affinchè le folle possano sentire la vicinanza di quella figura carismatica, emblema ancora vivo del regime. Non c'è da stupirsi se tre anni dopo, alla caduta di Peròn, i nuovi padroni dell'Argentina sono ossessionati da quella salma: l'obiettivo è farla sparire, cancellarla (insieme alle tre copie che del cadavere sono state fatte), impedire che il popolo possa continuare a venerarla. Ma la cosa non è tanto semplice, e la vicenda di quel corpo si trasforma in un thriller in cui anche il caso gioca la sua parte.Il fatto è che Evita, anche defunta, emana un fascino irresistibile. Agli occhi dei militari incaricati del trafugamento, "quella donna" si trasforma : da nemico irriducibile, circondato da un'aura di superstiziosa maledizione, a simbolo di un erotismo che trascende la morte, a oggetto di un desiderio che confina con la necrofilia... Le menti del colonnello Moori Koenig e del maggiore Eduardo Arancibia non reggeranno allo strano incantesimo. Il romanziere stesso, si direbbe, è stato in [...]