Matilde

Matilde

Matilde ha imparato a leggere a tre anni, e a quattro ha già divorato tutti i libri della biblioteca pubblica. Quando perciò comincia a frequentare la prima elementare - mentre a cinque anni sarebbe già matura per la quinta - si annoia talmente che l'intelligenza deve pur uscirle da qualche parte: così le esce dagli occhi. Gli occhi di Matilde diventano incandescenti e da essi si sprigiona un potere magico che l'avrà vinta sulla perfida direttrice Spezzindue, la quale per punire gli alunni si diverte a rinchiuderli in un armadio pieno di chiodi, lo Strozzatoio, o li usa per allenarsi al lancio del martello olimpionico, facendo roteare le bambine per le trecce e lanciandole lontano. Un nuovo, terribile personaggio, questa mastodontica direttrice dell'Istituto Aiuto!, che solleva da terra i bambini reggendoli per le orecchie. In un suo libro di ricordi, Boy, Dahl parla delle esperienze atroci vissute in un collegio inglese, e forse è lì che subì le prepotenze di una simile gigantessa crudele. L'intelligenza e la cultura - sembra dirci l'autore - sono le uniche armi che un debole può usare contro l'ottusità, la prepotenza e la cattiveria. Così i piccoli vincono sempre, nei suoi libri, contro i giganti, le streghe, il cieco potere degli ignoranti. Na sono piccoli, svegli, sensibili, giusti. E un pò magici, come Matilde.
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