Uomini in fuga. La grande avventura degli alcolisti anonimi

"La più terribile avventura della mia piuttosto avventurosa vita: la vicinanza amorosa di una persona ammalata di alcolismo attivo. Orrore mescolato con amore. Né con te né senza di te. Non so se li conto bene, ma credo siano stati diciassette gli interminabili anni dell'angoscia. Ora mi sembrano un sogno: ma la parola appropriata è incubo. Avevo la sensazione che, se lo avessi abbandonato un istante, quell'essere così buono e innocente che si trasformava di colpo in una furia sarebbe morto: io solo lo tenevo in vita. Era un'indifesa libellula che si trasformava in un giaguaro. Ma tanto la libellula quanto il giaguaro li tenevo in vita io, comprenderà qualche lettore l'immensità di tale ricatto? Ammettendo che siano stati diciassette anni, come posso aver trascorso, io, diciassette anni di siffatto orrore? Poi un giorno apparve A.A. dopo un mio viaggio in Terra Santa [ ... ]. Vi andai per chiedere un miracolo [ ... ]. Il fatto più incredibile è che il miracolo mi venne concesso. Tornato in Messico, dopo gli ultimi brevi scoppi di furore, la persona entrò nel gruppo A.A. Villa de Mexico, dove si-salvò. Il libro di passione e di ragione che il lettore ha davanti agli occhi è il mio ringraziamento" (dalla prefazione dell'autore).