Jacob, il bambino di creta

Jacob, il bambino di creta

Le tristi cronache dell'anno 1943 narrano che un mattino di ottobre molti bambini romani dovettero scendere frettolosamente in strada, non per andare a scuola, dove da parecchio tempo non erano più ammessi, ma per essere portati via con tutti i loro famigliari verso uno dei luoghi più tetri del mondo. Non avrebbero fatto ritorno. Ma di quegli stessi avvenimenti esiste un altro racconto, che finisce in ben altro modo e parla di un bambino di creta, vivo come noi, che parte alla ricerca di Marco, uno dei bambini romani di quel mattino di ottobre. Un racconto che parla anche di una talpa che è un professore, sempre rintanato, ma capace di riemergere al momento giusto; di una vecchia stella cadente, anzi caduta, ma di nuovo in cielo, di una fata spiritosa, che sta in uno zainetto, ma può metter fuori gambe-radici alte come gru; di orsi vegetariani, di formichieri briganti, di gamberetti accordatori, di tanti altri bambini di creta, di alberi dai frutti yo-yo, che viaggiano giù e su per i loro spaghi; e naturalmente di un omino dalla divisa unta e del suo generale Exametron, mai stanchi di essere cattivi, con la loro fabbrica nera che inghiotte bambini di carne e di creta. E il mondo di Jacob, il bambino di creta, dove chi si vota a far male finisce sempre sconfitto. Ad animare tutte queste forme e colori è il desiderio di Marco, prigioniero, che è riuscito, quel mattino di ottobre '43, a portare con sé un panetto di creta. Età di lettura: da 9 anni.
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