La primavera dell'ariete

E' il 1464, mancano meno di trent'anni alla scoperta dell'America. Siamo in pieno Rinascimento. A Firenze governano i Medici, ricca famiglia di banchieri il cui capostipite, Cosimo, vorrebbe estendere i domini commerciali oltre il Bosforo. Ma a Oriente la dinastia dei Comneni, gli imperatori di Costantinopoli, sta cedendo alle pressioni di una nuova e temibile potenza, quella ottomana. Il commercio nel Levante continua, ma i mercanti di Venezia e Genova vengono vessati dalle tasse dai mamelucchi di Alessandria, della Siria e del Cairo. L'Inghilterra è dilaniata dalla Guerra delle Rose tra la casa dei Lancaster e quella degli York, e in Scozia è in corso una guerra tra baroni per la reggenza del giovane re. Le cose non vanno meglio in Francia, dove il re Luigi XI è in perenne conflitto con il suo potente vassallo, il duca di Borgogna. In questo clima chiunque abbia interessi commerciali si è fatto cauto e sospettoso. l giovane Niccolò, ex apprendista tintore di Bruges diventato borghese grazie al matrimonio con la sua padrona di un tempo, è a capo di una fiorente impresa commerciale, che vanta corrieri in tutta Europa e perfino un esercito di mercenari. La sua ambizione è enorme, il suo fiuto per gli affari eccezionale, la sua capacità di districarsi in intrighi tramati da uomini molto più potenti di lui straordinaria. Potrebbe essere lui l'uomo dei Medici. Ma per mettersi in affari con i turchi ci vogliono coraggio, abilità e incoscienza, soprattutto se nella sfida sono coinvolti gli interessi economici delle case regnanti d'Europa e se ci si è lasciati alle spalle troppi nemici.