Il colombo è andato alla toilette e altri raccconti

Il colombo è andato alla toilette e altri raccconti

Avete in mente come agiscono nella celluloide esseri umani e creature di carta, esseri inventati e disegnati con tanta acutezza di stimoli da poter fare a pugni fra di loro? Anche se, a cominciare la guerra, con i più risibili (tragicamente risibili) pretesti tocca a chi è ombra dell'ombra, sua figliazione più sincera e disinteressata. L'autrice mette in scena e poi nello shaker luoghi e punti fermi del nostro immaginario come la "Via del Pozzo", la "Bandana", "Sada il giapponese", creature da filastrocca e scioglilingua alla Lear come "Monatto non sono in vena. Ho già sbagliato due Manhattan stasera, se lo faccio ancora mi sbattono fuori. Non puoi mica sempre piangerti addosso, bevici su". Più che un Fedro a quattro ruote traenti certo svolazzare di autentici, fragranti uccelli della notte, con occhi tondi da allocco e zampette membranose di pipistrello che, senza averne l'aria, svolazzano nella nostra socialità disastrata.
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