Dialoghi di Krishna sull'anima (I)

Dialoghi di Krishna sull'anima (I)

"Le tue parole hanno dissipato il mio smarrimento", è la voce dell'anima di Arjuna il guerriero che, rivolto al suo interlocutore, Krishna, parla a nome di tutta l'umanità. Ed è anche il messaggio centrale di questo dialogo dell'anima con se stessa e con la sua dimensione più profonda e autenticamente "divina". Al di là delle strade tradizionali e codificate di raggiungimento dell'unione con l'Assoluto, l'anima desidera, più di ogni altra cosa, conoscere la propria provenienza metafisica e il proprio destino. Questo, nel momento in cui essa si trova posta di fronte al bivio di una drammatica decisione. Arjuna, l'eroe senza colpa, come viene denominato nel poema, è tormentato dall'urgenza di una decisione estrema: deve o no combattere a fianco dei suoi fratelli per sconfiggere - e quindi sterminare una volta per tutte - l'opposta fazione dei suoi cugini, per aggiudicarsi il trono vacante del regno? Il conflitto, da esteriore quale appare, si proietta nei recessi della sua coscienza, e lo sospinge ora verso la tentazione della rinuncia e del rifiuto dell'azione e ora verso il rischio di un'azione avventata e unilaterale. La soluzione che gli viene proposta da Krishna è quella dell'agire non in vista del conseguimento di un fine esterno all'azione medesima, perseguendo il più totale distacco da ogni atteggiamento interessato, come del resto da ogni cedimento di fronte alla seduzione del desiderio.
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