Palmiro

Palmiro

I personaggi di "Palmiro" vengono daun'Italia scamiciata e vociante, fermataper sempre lungo un tempo immobile nonostante le folle che scontranonelle piazze, le infuocate polemicheelettorali, le sezioni del Pci dove tutti,senza dirselo, sognano lo stesso sognodi una rivoluzione impossibile.Girandola di personaggi indimenticabili:il barbiere Ciocca dalla dialettica vertiginosacome il ritmo delle sue forbici,l'ex fascista ed ex partigiano Roscetta, pauroso spaccone al quale la storia presentasempre il suo volto beffardo eparadossale, nonna NardinocchiCristina dall'infinita saggezza e le maggiorate concupitissime.Palcoscenico di questo implacabile fluire di invenzioni, di questo indiavolato susseguirsidi vite è la piazza: "conosco tutte le ventiquattro ore del giorno,tutte le stagioni e tutti i giorni dellasettimana".Lì, al tempo dei congressi, sostano pensosie distaccati i relatori capo arrivati da Roma, tutti ossessivamente eguali al modelloal quale si ispirano, quelTogliatti - segretario del Pci - del quale imitanocon cura ossessiva gesti e accenti.I riti della lotta politica e le celebrazioni del potere scorrono su quel selciatocontornato dai portici dove vienereso l'ultimo saluto anche a una delle figure più riuscite di questo romanzo,quel Grande Accentratore Politico che tutti abbiamo incontrato almento una volta: implacabile identikit con cui DiRuscio colpisce quelli che - perqualche indecifrabile designazione -sono destinati sempre a essere "nient'altro che il capo di tutto quel che ha bisogno di avere un capo". Ma accanto al divertimento, al sarcasmo e alla nostalgia, in "Palmiro" si compone l'affresco complessivo di un paese come l'Italia. Dove la politica - ieri come oggi - è sempre divisa in due parti, quella pubblica che sta chiara sui giornali e quella misteriosa che diventa sempre più misteriosa via via che si sale fino ai vertici dei grandi partiti, dove neppure i massimi e [...]
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