La sindrome di Gramsci

La sindrome di Gramsci

Il protagonista parla in prima persona rivolgendosi a una 'chère amie', chiamata a fungere da specchio silenzioso. L'avvio è dato da un banale "vuoto di memoria" per cui all'improvviso l'io narrante non riesce a ricordare un nome, quello di Antonio Gramsci. Ne nasce una riflessione sul linguaggio, per cui la perdita del nome diviene spia di una possibile perdita del senso perennemente in agguato, la sindrome di una malattia della mente che Noel assimila alla degenerazione del corpo. Decostruendo e ricostruendo più e più volte l'attimo sconvolgente di quella perdita e le circostanze che l'hanno accompagnata, la riflessione si allarga dal caso autobiografico per divenire perorazione accorata a favore del binomio indissolubile libertà/linguaggio.
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