Riflessioni sull'arte di vivere

Riflessioni sull'arte di vivere

"Dio aveva un giardino e aveva bisogno di un giardiniere, così creò Adamo. Adamo si annoiava. Lavorava ma non c'era gusto. Dio vide che aveva bisogno di qualche distrazione... Mise Adamo a dormire ed estrasse Eva da una sua costola... Poi cominciarono i guai..."Comincia così il viaggio in cui Joseph Campbell, alla luce delle più antiche mitologie d'Oriente e d'Occidente, guidò dieci studenti nel corso di un memorabile seminario all'Esalen Institute di Big Sur, in California, nel 1984. Questo volume, tratto dalle note raccolte in quell'occasione da una delle partecipanti al seminario, la poetessa Diane K. Osbon, racchiude alcune delle più illuminanti intuizioni dello studioso americano sui dilemmi che da sempre assillano gli esseri umani, in ogni epoca e a ogni latitudine: la sfida quotidiana del vivere, il processo e lo sforzo per raggiungere la consapevolezza, l'arte di accostarsi al sacro. In un libro che ha la profondità e la grazia di una guida spirituale, sono disvelati i miti che, in una trama sottile, legano assieme le religioni sparse sulla terra e che nel corso dei secoli hanno guidato il "viaggio dell'eroe" alla ricerca del gioiello, del Graal, del luogo sacro che ogni individuo deve trovare e custodire dentro di sé. Ritornano in una mirabile sintesi i temi cari al grande studioso di mitologie. Il risveglio della spiritualità e l'aprirsi alla consapevolezza sono gli strumenti per dare un giusto indirizzo alla nosrta vita, l'unico obiettivo che possiamo realisticamente porci. Chi spera di cambiare il mondo, senza prima cambiare se stesso, coltiva solo una pia, se non pericolosa illusione. Non c'è mai stata la perfezione sulla terra e non ci sarà mai. Non c'è mai stato un Eden. La terra è perfetta così com'è: un pasticcio. Non c'è modo di liberarla dal dolore, ma "possiamo scegliere di vivere nella gioia" e di partecipare "con gioia alla sofferenza del mondo". Il nostro potere si limita alla possibilità di cambiare la nostra vita, ma dobbiamo farlo solo per noi stessi. Anzi dobbiamo saper porre un limite alle crescenti richieste del mondo: il "leone della scoperta di Sé" deve uccidere "il drago che su ogni scaglia reca inciso TU DEVI". "Qual è, o quale dovrà essere la nuova mitologia?" si chiede infine Campbell. Dal momento che l'esplorazione spaziale sta insegnandoci che siamo tutti passeggeri di questa straordinaria astronave che è la terra, e che non esiste un "altrove" verso cui proiettare la nostra aggressività, la risposta non può che essere una. La nuova mitologia resterà "la stessa vecchia e perenne" mitologia, solo che non potrà più essere rivolta "alla gloria dei popoli" ma dovrà "risvegliare gli individui alla conoscenza di se stessi... come centri della Mente Globale, ognuno, a suo modo, d'accordo con tutti".
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