Profeta. Vita di Kahlil Gibran

Profeta. Vita di Kahlil Gibran

Gibran Kahlil Gibran morì a New York la sera del 10 aprile 1931, all'età di 48 anni, quando in America grazie al suo libro "Il Profeta" era già diventato un personaggio leggendario. La biografia di Robin Waterfield traccia un ritratto per molti versi inedito del poeta libanese, dall'infanzia nel villaggio natio di Bisharri, alla partenza per gli Stati Uniti e la vita nel ghetto siriano di Boston, dalla scoperta delle avanguardie artistiche e letterarie, all'ingresso nella cerchia di Fred Holland Day, ultimo esponente del decadentismo americano, fino al fondamentale incontro con Mary Haskell, 'madre Mary', la depositaria delle riflessioni più intime, l'amica e la consigliera che l'avrebbe incoraggiato e sostenuto, anche economicamente per il resto della vita. Ne emerge la figura di uno spirito inquieto, alla perenne ricerca di se stesso e dell'amore di una donna; una vicenda umana spesso difficile, il cui filo conduttore fu senza dubbio la sincerità del suo anelito alla spiritualità. Gibran, per gli orientali un poeta che contribuì notevolmente al rinnovamento della poesia e della letteratura araba, e per gli occidentali il profeta di una nuova spiritualità, era un uomo profondamente infelice, sospeso fra ansie di rigenerazione interiore e lusinghe della materia, sempre teso a riversare nel suo lavoro di pittore e scrittore l'energia accumulata dalla tensione tra due polarità, trasformandola in forza creativa. Uomo straordinariamente sensibile, tentò con tutte le sue forze di aderire anche nella vita al suo ideale di profeta, ma forse l'epitaffio più onesto è quello che scrisse egli stesso in "Sabbia e onda": "Nemmeno lo spirito più alto può sfuggire alla legge del bisogno".
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