Il viaggio verso casa

Il viaggio verso casa

Come sempre accade in simili casi, proprio quando meno se lo aspetta, Beth riceve una telefonata da James, il fratello: la mamma è gravemente malata. Che fare? Buttare qualcosa in valigia e precipitarsi a Dublino, al suo capezzale? Ma no, è meglio agire con razionalità. Tanto, non si può fare niente, e poi a Londra ci sono troppe cose da organizzare prima della partenza: bisogna pensare all'ufficio, trovare una sistemazione per Laura, che è solo una ragazzina... Oppure questi non sono che pretesti per non affrontare la realtà, per non dover guardarsi dentro e magari veder vacillare le certezze, per non dover trovarsi forse per l'ultima volta faccia a faccia con quella madre con cui non è mai riuscita nemmeno a mettersi d'accordo sul proprio nome, che negli anni è rimasto, con pari testardaggine da entrambe le parti, Elizabeth per l'una e Beth per l'altra?Quando infine si decide e torna in Irlanda, nella casa materna, Beth si trova catapultata in una situazione del tutto inattesa: davanti a sè non ha più l'antagonista di sempre, la donna sagace ed energica dal portamento fiero, bensì una fragile creatura ridotta a poco più di un guscio dalla malattia. Proprio quando il suo bisogno di comunicare con la madre si fa dolorosamente necessario, Beth trova le lettere che l'anziana donna ha cominciato a scriverle alle prime, inequivocabili avvisaglie della malattia: vedendosi sfuggire la vita e, ancora peggio, la lucidità mentale, Alice ha voluto cercare a proprio modo di ricucire il rapporto con la figlia. Ha così inizio, nelle notti di veglia, una lunga conversazione ideale in cui Beth scopre una donna nuova, con un mondo interiore insospettato, una donna che ha dovuto lottare per tirar su da sola due figli piccoli dopo la morte prematura del marito, e per amor loro ha rinunciato a rifarsi una vita.
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