Tanto amore per Glenda

Tanto amore per Glenda

Pochi racconti contemporanei possiedono la capacità di mantenere in miracoloso equilibrio immaginazione fantastica e rigore costruttivo, qualità che da sempre caratterizza le storie di Cortazar. Nei dieci racconti di "Tanto amore per Glenda" ricompaiono temi e strutture che lo hanno reso celebre, e che si configurano di volta in volta come indagine, scavo, svelamento delle pieghe oscure dell'essere e della realtà quotidiana.Così, in "Orientamento dei gatti", con la complicità di un quadro una donna passa "attraverso lo specchio" e accede a un'altra dimensione, apparentemente impenetrabile. Nella "Storia con ragni", un banale rapporto di vicinato viene progressivamente risucchiato in una trama di ambigue e inquietanti simmetrie. In "Nastro di Moebius" è prospettata la possibilità di comunicazione, in uno spazio astratto, fra i vivi e i morti. Un clima di angoscia e di minaccia attraversa altri racconti del libro: i "Disegni sui muri" della città sotto il coprifuoco, che inizialmente per il protagonista-pittore sono nient'altro che un gioco, si rivelano ben presto l'unico modo possibile di comunicazione clandestina; nella Parigi notturna di "Ritagli stampa" una donna assiste a una scena di tortura: il giorno dopo apprenderà dai quotidiani che si è svolto a Buenos Aires; dalle statistiche sulla metropolitana il narratore di "Testo in un taccuino" si accorge che molti viaggiatori scompaiono e indaga per scoprire un'organizzazione che vuole impadronirsi del sottosuolo.In una sorta di "Filosofia della composizione" che segue a Clone, Cortazar sembra scoprire le proprie carte fornendoci un metodo di lettura (oltre che di scrittura) alquanto rigido: ma non si tratta, a ben vedere, che di un espediente elusivo, poiché, come dichiara il narratore del "Tango di ritorno", la ragione originaria e irrinunciabile di ogni racconto sta in quella "necessità barocca che spinge l'intelligenza a riempire tutti i vuoti fino a completare la sua perfetta tela di ragno".
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