Uomini alle armi

Alla vigilia della Seconda guerra mondiale, quando la notizia del patto russo-tedesco si diffonde in Europa, Guy Crouchback vive ormai ritirato da anni nella solitudine di Santa Dulcina delle Rocce, in Italia, nel castello acquistato dai nonni durante il viaggio di nozze. E' l'ultimo rampollo di una nobile famiglia inglese di religione cattolica, ha trascorso la giovinezza in Kenya e ha alle spalle un matrimonio fallito nel più misero dei modi; eppure, proprio lo scatenarsi del conflitto suscita in lui un inatteso furore giovanile e un inedito senso del dovere, il desiderio di arruolarsi e servire la patria, nonostante la non più giovanissima età. Ma, a quanto pare, alla patria Guy Crouchback non interessa affatto: tutte le sue richieste vengono sistematicamente rifiutate, il suo entusiasmo è per molti oggetto di derisione e il nobile sta per rinunciare, finché l'incontro casuale con un ufficiale degli alabardieri non gli offre l'opportunità di accedere a un corso ufficiali in un corpo speciale, sganciato dagli impedimenti della burocrazia di stato. Comincia così per Crouchback il lungo addestramento, preludio alla tanto bramata azione di guerra. Ma la realtà è ben diversa dalle aspettative: i commilitoni sono tutti assai più giovani di lui, il corpo degli alabardieri sembra governato più da una fantasiosa anarchia che dalla disciplina militare, e anche il compagno Apthorpe, unico coetaneo e possibile amico, eccelle soltanto in stravaganze e ossessioni, che trasformano i giorni dell'addestramento in una serie di pericolosi equivoci. Nello stile acuto e sobrio tipico dello humour anglosassone, con una scrittura lieve e però capace di un'ironia anche feroce, Evelyn Waugh racconta una vicenda che della guerra ha solo il vago e lontano sentore: non ci saranno battaglie nella breve e grottesca carriera militare di Guy Crouchback, non ci saranno neppure le armi che al romanzo danno il titolo. Beffardo fino alla fine, il destino ha riservato ai due 'zii' del corpo degli alabardieri soltanto farseschi incidenti di percorso, tragicomici errori di persona e una fine comunque ingloriosa, lo svelamento bonario ma impietoso della vanità dei loro ideali e delle loro vuote ambizioni.