Arabi danzanti

Arabi danzanti

"Quel giorno il maestro di storia picchiò tutti i bambini della classe, a cominciare da Muhamad il grassone. Picchiava con il righello e urlava: 'Siamo noi i palestinesi! Voi siete palestinesi, io sono palestinese! Fottuti che non siete altro, ve lo insegno io chi siete! Bestie!'". Palestinesi, sì, ma non dei territori: cittadini israeliani. E in questo romanzo di esordio Sayed Kashua, scrittore arabo che ha scelto di scrivere in ebraico, racconta la storia di uno di loro. Nato a metà degli anni Settanta in un villaggio arabo, il giovane protagonista, terminate le elementari, viene ammesso per meriti scolastici (e per aver brillantemente risolto un quiz televisivo) in un esclusivo collegio israeliano. I compaesani e i famigliari festeggiano pieni di speranza il suo successo; anche il padre, che pure in gioventù si è fatto parecchi anni di galera per aver militato in favore della causa palestinese, saluta pieno di orgoglio la sua partenza per Gerusalemme. Ma l'impatto con la nuova realtà, così diversa da quella finora conosciuta, fa esplodere nel ragazzo il conflitto tra il suo essere arabo - condizione mai pienamente accettata e l'ansia di assimilarsi agli ebrei, insomma di diventare uno di loro. Un conflitto che, malgrado ogni sforzo, si dimostra con gli anni senza via di uscita. Così, dopo fallimenti e crisi depressive, lui che agli occhi del padre doveva diventare 'il primo arabo a costruire la bomba atomica' si ritrova a lavorare come barman in un locale notturno, un adulto ormai lontano da quel giovane pieno di speranze e aspirazioni, un uomo condannato alla diversità da quella 'carta di identità blu' che, pur proclamandolo cittadino israeliano, lo rende estraneo sia agli ebrei sia agli arabi. Con una narrazione in prima persona intrisa di quotidianità e dominata da uno sguardo acuto, a tratti ironico e mai convenzionale, Sayed Kashua ha scritto un romanzo allo stesso tempo forte e malinconico, che si nutre delle paradossali vicende del suo protagonista alternando ai lontani ricordi d'infanzia gli spunti grotteschi e infine disperati di un adulto che non si riconosce nella sua stessa cultura. Mentre su uno sfondo che non viene mai dimenticato, e che a tratti emerge con la prepotenza della sua brutalità, riecheggiano i toni cupi e drammatici di una spaccatura insanabile.
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