La viaggiatrice

La viaggiatrice

Lucia e Circe sono due amiche cubane. Dall'Avana entrambe hanno preso un aereo, casualmente lo stesso, per San Paolo, e in Brasile hanno vissuto insieme per qualche tempo. Poi la prima ha sposato un italiano e si è trasferita a Roma. La seconda, invece, dopo il Brasile ha vissuto in Messico, poi a Madrid e a Parigi. Ogni città ha segnato una tappa importante nella sua vita, ma ha comportato anche una serie di addii, senza rimpianti però, perché "la nostalgia è una droga che in dosi eccessive nuoce al futuro". Eppure questa Circe si muove proprio per nostalgia, la nostalgia di un posto indefinito sulla Terra, una città che, come annota a più riprese nel suo diario - il Giornale di bordo che accompagna il suo peregrinare -, riconoscerà a pelle. Quella che saprà rivelarle al primo respiro l'anima della sua gente e i suoi colori, senza bisogno "di stradari né di giochi di prestigio e tanto meno di artifici come la parola". A Roma, ennesima stazione, Circe chiederà ospitalità a Lucia, e proprio la lettura del Giornale di bordo farà da tramite fra il passato e le vicissitudini delle due amiche ritrovate: tra l'altalenante stabilità della vita di Lucia, il cui matrimonio da qualche tempo è in crisi, e le evoluzioni e le novità di quella di Circe. Come la maga mitologica, anche la protagonista di questo romanzo - ammaliante e seduttiva, irriducibilmente libera e diversa - si rivelerà capace di cambiare i destini di chi le sta vicino, e parallelamente il proprio.
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