La notte che si bruciò il jazz

La notte che si bruciò il jazz

In uno stile divertente e scoppiettante, Minisci ricostruisce la storia venticinquennale di uno dei più grandi Jazz club di Italia, il Naima di Forlì. Campeggiano figure mitiche quali Chet Becker e Vinicio Capossela. Il libro è introdotto da Renzo Arbore e Carlo Lucarelli. "... C'è il sudore, il fumo, il tintinnio dei bicchieri, il frusciare di corpi che si spostano sulle sedie. Perché il jazz non è quel genere di musica che può essere suonata esclusivamente in un teatro, con il pubblico immobile a distanza di sicurezza, il jazz è una musica da contatto fisico, da distanze che si accorciano, sguardi che si incontrano. Ecco, il jazz non potrebbe esistere senza i suoi luoghi. Mi verrebbe quasi da dire che i posti in cui si fa, si condivide il jazz, sono come dei templi. Bene, questa è la storia di uno di quei templi. Che si chiama, guarda un po', proprio Naima, e si trova a Forlì". (Carlo Lucarelli)
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