L'artista girovago. Forestieri, avventurieri, emigranti e missionari nell'arte del Trecento in Italia del Nord

L'artista girovago. Forestieri, avventurieri, emigranti e missionari nell'arte del Trecento in Italia del Nord

Gli artisti sono sempre girovaghi: si muovono in caccia di lavoro, richiamati da centri di potere, da committenti, da altri occasionali motivi. Quelli di cui si discute in questo libro però non vanno in giro per caso: partono da luoghi prestigiosi per andare a esportare formule e stili in luoghi e presso cerchie che in questo modo riconoscono l'eccellenza di artisti forestieri e il primato di altri centri di cultura, e vogliono appropriarsene o condividerli per il proprio prestigio. Entra qui in gioco il giudizio sull'intera arte cosiddetta lombarda in rapporto al "primato fiorentino nell'arte" postulato dal Vasari, per il quale nulla sembra animare la civiltà di una corte come quella viscontea, che fu in realtà superiore a qualsiasi altra nell'Italia del Trecento e all'altezza di quelle francesi, inglesi, boeme. Il punto cruciale è quello della percezione della differenza storica e sociale profonda della Lombardia e del Nord Italia rispetto alla Toscana e a Firenze, dall'età dei Comuni in avanti.
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