Adam. Giselle

Adam. Giselle

Il balletto Giselle, con musica di Adolphe-Charles Adam, soggetto di Jules-Henri Vernoy de Saint-Georges e Théophile Gautier e coreografia di Jean Coralli, andò in scena all'Opéra di Parigi nel giugno del 1841. La storia prende spunto da una leggenda di origine slava, nota in Austria, che narra di fantomatiche danzatrici, le Villi: bellissime e pericolose fanciulle tradite dai loro promessi e morte prima di arrivare alle nozze. Esse cercano le gioie perse in vita apparendo a mezzanotte e coinvolgendo giovani ragazzi in un ballo sfrenato che li strema e inevitabilmente li uccide. Giselle, giovane contadina appassionata della danza ma ostacolata in questo dalla madre, viene ingannata dall'uomo di cui si innamora e per questo impazzisce e muore, per poi venire accolta tra le Villi. Riappare quindi sotto forma di fantasma all'innamorato che non sa darsi pace per questa morte e, danzando con lui, riesce a sottrarlo al potere delle Villi e a risparmiarlo, lasciandolo però inevitabilmente solo col suo dolore. Forte è quindi nell'opera l'elemento soprannaturale-spettrale, cui si aggiunge però anche quello idilliaco-realistico, tutto affidato al primo atto, in cui conosciamo la protagonista da viva. Vera e propria favola della danza - dove la danza non è solo il mezzo espressivo ma il contenuto stesso dell'azione - Giselle è il simbolo del ballo romantico per eccellenza, una delle ambizioni massime di ogni ballerina.
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