L'Occidente alla guerra. La tentazione dell'interventismo

L'Occidente alla guerra. La tentazione dell'interventismo

La sociologia della guerra di Shaw analizza i tratti politici e strategici del nuovo militarismo occidentale, scaturito dalla sconfitta del Vietnam, e di quel tipo di guerra fondato su bombardamenti indiscriminati e massiccia presenza a terra delle proprie truppe. Il nuovo modo con cui l'occidente va alla guerra si fonda su criteri assai diversi. In primo luogo, è politicamente imperativo che le guerre siano brevi e le perdite militari contenute, anche a costo di fare molte vittime civili. Sono i caduti occidentali a determinare consenso politico ed esiti elettorali, non altro. Le guerre occidentali sono quindi fondate sul trasferimento del rischio di morte su altri attori militari e, in ultima analisi, sui civili non combattenti. Mentre i suoi nemici teorizzano la strage indiscriminata o la pulizia etnica, l'occidente compie sforzi per ridurre le vittime civili. Shaw ritiene che l'invasione angloamericana dell'Iraq - di cui analizza in dettaglio economia e rappresentazione dei rischi militari - abbia violato le regole chiave del nuovo modo occidentale di fare guerra e che ciò abbia precipitato la sua crisi. Anche l'insuccesso israeliano nella guerra in Libano illustra come sia sempre più difficile vincere militarmente contro nemici tanto ideologicamente motivati quanto tatticamente avveduti.
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