Prima di Manzoni. Autore e lettore nel romanzo del Settecento

Prima di Manzoni. Autore e lettore nel romanzo del Settecento

La tradizione critica ha consegnato alla storiografia letteraria l'immagine forzata di una linea romanzesca italiana che prende le mosse dai capolavori di Foscolo e Manzoni. Solo negli ultimi trent'anni si sono ritrovate e ripercorse le tracce settecentesche, tutt'altro che invisibili, dei romanzi e delle riflessioni che a quei capolavori hanno, innegabilmente, condotto. Non si tratta però soltanto di recuperare quei romanzi a lungo negletti, quanto anche capire perché la critica abbia per oltre due secoli ignorato le numerose prove narrative nazionali del XVIII secolo, relegandole a pure imitazioni dei testi narrativi d'Oltralpe. In queste pagine, Daniela Mangione attiva un raffinato studio comparato, che mette in relazione le diverse tradizioni nazionali europee con le prove settecentesche di Chiari, Piazza, Seriman, Algarotti, Pindemonte, Alessandro Verri, evidenziando in tal modo gli elementi distintivi della narrativa romanzesca italiana. In particolare, il nuovo rapporto tra autore e lettore che caratterizza il genere in tutta Europa pare evolversi in Italia con uno stile proprio, che influisce sui tratti del romanzo stesso. Gli echi di questo mutamento si mostrano determinanti nella ricezione e nello sviluppo del genere: un lettore solitario ed emotivamente coinvolto dalla lettura costituisce infatti nel contesto italiano una novità reale e problematica, che provoca risposte differenti, fra le pagine dei romanzi come nel quadro culturale.
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