La commissione di massimo scoperto fra prassi e legge

La commissione di massimo scoperto fra prassi e legge

La commissione di massimo scoperto è un tema tanto risalente nel tempo quanto poco esplorato, essendo stato affidato alla prassi e alle consuetudini praticate dalle banche. Ciò ha condotto, nel tempo, a un articolato quadro di modalità applicative, che se hanno avuto in comune l'individuazione concettuale del "picco" di maggior utilizzo sul quale calcolare la percentuale concordata, hanno poi lasciato alla libertà delle banche di procedere in modo diversificato. Queste modalità applicative poi contrastavano con la definizione della natura della commissione, volta a remunerare la banca dell'onere di mettere a disposizione dell'affidato la somma concessa in fido: era evidentemente incoerente coniugare questa finalità con una commissione applicata sull'utilizzato, anziché sull'affidato. Un simile "inquinamento" operativo ha condotto, in tempi più recenti, a considerare in modo problematico la questione, deducendo da questa incoerenza di fondo una serie di criticità sulle quali giurisprudenza e dottrina si sono espresse secondo diverse tesi.
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