Puttana

Puttana

Nella camera del grande edificio di Montreal in cui svolge la sua professione, una prostituta aspetta tra un cliente e l'altro. L'attesa si nutre di ricordi e i ricordi danno voce all'incalzante, impudica confessione con cui Cynthia è il suo nome da puttana - si racconta ai lettori. Giovane istruita, con una madre-larva e un padre in perenne attesa del Giudizio universale, Cynthia ha scelto la via della prostituzione d'alto bordo per guadagnare tanto e subito, ma anche per ribellione, per autolesionismo, per segnare un drastico distacco dalla famiglia, perché i locali giusti - o forse sbagliati - in fondo erano così vicini all'università... E scopriamo un'esistenza fragile, fatta del quotidiano tran tran dal letto al trucco, dal chirurgo plastico ai vestiti costosi, dalla palestra allo psicanalista, un tran tran fatto di soldi e di vuoti che i soldi non potranno mai riempire, puntualmente destinato a concludersi in una squallida stanza con le tende tirate per nascondere ai vicini la verità, aspettando che i clienti arrivino, ma soprattutto che se ne vadano via. E nella sua scrittura disperata, con lunghi periodi inframmezzati da virgole come sospiri, come gemiti di un coito, la giovane Nelly Arcan, morta suicida nel 2009, riversa tutto il suo disgusto, tutto lo squallore che la circonda - di cui senza mezze misure rende partecipi anche noi lettori -, tutta la sua inquietudine per un'esistenza lasciata trascorrere mentre la morte aspetta dietro l'angolo.
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