«Con quest'ordine disordinato». Relazione dell'ambasceria in Savoia (1603)

«Con quest'ordine disordinato». Relazione dell'ambasceria in Savoia (1603)

Una legge del 1425 imponeva agli ambasciatori rientrati in Venezia dalla loro missione di darne entro pochi giorni informazione alle istituzioni della Serenissima. Secondo una pratica che divenne consuetudinaria, la scrittura degli ambasciatori da pura e semplice esposizione dell'attività del referente si estese sino a divenire un ampio affresco della condizione di uno Stato, periodicamente aggiornato nella situazione economica, politica, sociale e militare. Dopo la lettura pubblica in Senato il testo della relazione era depositato nella Cancelleria Segreta del Senato e ne veniva vietata la diffusione. Divieto peraltro frequentemente aggirato da uomini politici, nobili (come i Chigi e i Barberini), potenti, principi della Chiesa e persino eruditi.
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