Spinoza, un romanzo ebreo

Spinoza, un romanzo ebreo

"Perché per tre secoli la vita di Spinoza ha suscitato così poco interesse, come se la potenza della sua opera fosse sufficiente, al punto di occultare l'autore?" In effetti la vita di Spinoza nasconde un paradosso, quello di un ebreo portoghese di Amsterdam, molatore di lenti "prudente e pusillanime al punto di pubblicare i suoi libri solo dietro l'anonimato", insomma un uomo schivo, lontano dalle corti e dai salotti, refrattario a ogni querelle filosofica e politica, che ha dato vita a un razionalismo panteista e rivoluzionato il pensiero occidentale, divenendo il profeta della libertà di religione, e la laicità dello Stato in un'epoca in cui per la religione si compivano massacri inauditi. Scomunicato nel 1656 dalla comunità ebraica, inviso anche ai protestanti, Spinoza visse tutta la sua vita in camere affittate in piccoli borghi delle province olandesi. Grazie a Minc e alla sua corposa documentazione scopriamo uno Spinoza circondato da amici e discepoli; un uomo dalla fitta corrispondenza epistolare, recluso ma non misantropo, riservato ma affabile, a volte un po' narcisista (come quando parla bene del suo "Trattato teologico-politico" in una lettera a Jacob Osten fingendo di ignorarne l'autore); uno Spinoza adolescente innamorato della figlia del suo maestro di latino (l'unica "donna" della sua vita), e più tardi afflitto da incubi; uno Spinoza infine che soffre con dignità per l'abbandono della famiglia al tempo della scomunica: i familiari si rifaranno vivi dopo la sua morte per vantare diritti sulla sua misera eredità. Biografia quindi, con i tratti del divertissement storico sull'immigrazione ebraica, sull'Olanda multietnica e tollerante del Seicento - più attuale di quanto si pensi - ma anche parabola di un intellettuale di frontiera, che contro ogni rigorismo, anzi proprio grazie ad esso, è riuscito a resistere ai secoli e incontrare altri "maestri di rottura" (Hegel, Nietzsche) e a influenzare la filosofia politica del XX secolo (da Popper ad Althusser). L'ateo immortale, dunque, che assieme a Marx, Freud ed Einstein appartiene a quella genia di emarginati che hanno saputo cambiare la storia e la consapevolezza dell'umanità.
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