Diario di un anarchico foggiano

Diario di un anarchico foggiano

Lontano dai clamori degli stadi e dai bagliori delle discoteche, chiuso nel silenzioso ritiro spirituale dell'Autoscuola Autopuglia, Frengo e Stop, dopo una travagliata ricerca interiore durata un intero pomeriggio, ci consegna questo suo "Diario di un anarchico foggiano": un'opera ambiguamente sospesa tra la lirica trascendenza delle 'recchie de gomma' e la tangibile immanenza delle 'mazz't'. Nel "Diario", attraverso i 'sento', i 'non sento', i 'why' e i 'because' dei suoi sentimenti, Frengo narra i risvolti più intimi della sua enigmatica esistenza: le analgesiche avventure dell'amico Frensis e della sua inseparabile sciatalgia; i viaggi cosmici di Virus sulle complanari del delirio; l'amore per la fidanzata Nirvana e per le sue affascinanti 'ciglie de laup''. Rinchiuso nei labirinti oscuri dell'Autoscuola Autopuglia col solo conforto di una 'buatta de marmellata', Frengo annota con lucido distacco (come in una fredda cronaca) le imprese del Foggia durante la mitica stagione di Zemanlandia, dai nitidi arcobaleni della vittoria alle piaghe bibliche della sconfitta, tentando di penetrare il mistero della tattica 'Da Dò a Dà' e il segreto dell'inesauribile loquacità di Simpatia Zeman.
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