Misure del tempo. Diario

Misure del tempo. Diario

Pirandello, visto alla sua piccola scrivania da maestrina, o "da nonna che tiene i conti di casa", scrive parlando tra sé a bassissima voce, con l'aria ansiosa e assorta di "uno che, per un contatto telefonico, oda le parole di una disputa drammatica e, inorridito e dolente, ignaro di sé e di chi guarda, vada ripetendole e soffrendole". Sofia Loren, bocciata al concorso di miss Italia perché sembra "una specie di lunghissima dattilografa", si sente offrire in grazia delle sue belle gambe una scrittura come ballerina di rivista con Totò e risponde sdegnosa: "O cinema, o niente". Wanda Osiris protesta con lo scenografo perché la scala da cui dovrà scendere cantando ha solo dieci gradini invece di dodici come quella della stagione scorsa. Al funerale di Federigo Tozzi la salma rischia di non arrivare in tempo, perché il vagone ferroviario che la trasporta da Roma a Siena viene staccato per errore a Chiusi. "Un diario è, prima di tutto, un atto di orgoglio", scrive Orio Vergani, e spiega: "C'è sempre un momento nel quale una voce, dentro, dice: "Peccato che io non abbia conosciuto Napoleone!" "E' una confessione autoironica, certo, ma nel momento in cui uno dei più famosi giornalisti italiani di ogni tempo decideva di tenere un diario sapeva che non sarebbe stata una cronaca spicciola di intimismi personali, ma un prezioso documento di storia della cultura italiana, perché tutti i Napoleoni grandi e piccoli del nostro Novecento lui li aveva conosciuti, da scrittore o da amico. Un amico che ricorda gli amici della letteratura, del teatro, dell'arte, dello sport a mano a mano che la morte se li porta via; uno scrittore che anche in pagine non destinate alla pubblicazione sa essere brillante, vivacissimo, icastico e spesso irriverente. Assieme ai miti e ai riti degli anni Cinquanta, Vergani ci racconta una miriade di personaggi e fatti, "secondo ciò che torna a galla dai magazzini della memoria", e per ciascuno ha un episodio inedito da rivelare, un dettaglio importante da aggiungere, un gesto, un vezzo, un fulminante tratto di personalità che li dipinge al vero. Con una prefazione di Nico Naldini e una di Guido e Leonardo Vergani.
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