Colonna. La rubrica giornalistica più caustica e umoristica di un'Italia che cambia (1958-1963) (La)

Ai lettori che decretano il successo del "Giorno" sin dal suo primo apparire in edicola, il faccione di Gian Carlo Fusco che accompagna la sua rubrica "La colonna" si impone come un delizioso, graffiante, vertiginoso appuntamento quotidiano. Il grande inviato - personaggio assolutamente geniale ed estroso, protagonista di un'infinità di surreali episodi entrati nella leggenda del giornalismo italiano - crea ogni giorno i fulminanti testi che fanno della sua rubrica uno dei marchi più originali di quella stagione italiana. Sono articoli saettanti che, oltre a restituire al lettore - mitridatizzato da Fusco con i dovuti antidoti di ironia e sfrontatezza - i tic, le mode, le pacchianerie, il sapore irripetibile degli anni che corrono lungo l'Italia del boom, ribadiscono la particolarissima creatività narrativa dell'autore de "Le rose del ventennio" e di "Duri a Marsiglia". Come dimostra la selezione dei pezzi scritti per la "La colonna" che compone questo volume, Fusco è scrittore vero: poiché anche nel giornalismo "si dava, anzi si sdava", scrive Giovanni Arpino, "alla matrigna letteratura con piglio volutamente, a volte bambinescamente, canagliesco". Il volume "La colonna" disegna - attraverso l'accostarsi dei suoi fulminanti ritratti, delle sue storie deliziose scritte come se stesse raccontandole con la sua voce arrochita dalle mille notti al night e dalle sigarette - un'Italia estrosa e beghina, piena di contraddizioni laceranti ma percorsa da una vitalità straripante.