Veronica dal vivo

Veronica dal vivo

Della narrativa di Giuseppe Casa i lettori hanno cominciato ad apprezzare e conoscere, a partire dal notevole e corposo romanzo "La notte è cambiata", l'estrema e sempre convincente capacità affabulatoria, il senso del ritmo (che l'autore possiede in modo talmente profondo da parer naturale) e l'arte non ovvia di riuscire a utilizzare, contemperare sulla pagina, tanto determinati toni drammatici quanto aspetti che viceversa si nutrono e attingono a una prodigiosa vis comica. Ovvero, come scrive un autorevole critico, "di Casa apprezzo la dote dell'ironia, che in uno scrittore è sempre indice di distacco e autoconsapevolezza". Ora un più nutrito pubblico di lettori ha la possibilità di confrontarsi, a partire dalla presente versione 'remaster' e ampliata di "Veronica dal vivo" - precedentemente apparso in un'edizione 'amatoriale' divenuta introvabile - con gli aspetti più esilaranti e terribili di cui è capace la scrittura di questo giovane narratore dal sicuro talento. A racconti di maggior corpo quali "Non siamo tutti vittime forse?", "Sintetica", o "Il contadino" s'alternano, qui, testi brevissimi e fulminanti quali "Nubile", "Europa", "Waltermolino" o "Il piacere abita in via della Caffarella"; mentre agli irresistibili monologhi di certi naziskin romani o ai vorticosi deliri lirici 'ispirati' al mito di Kurt Cobain - a questi racconti divisi in sezioni come rubriche di fogli popolari e 'cronache vere' - si aggiunge oggi la rubrica "Posta della Carne", con nuove storie ove il "grande graffito dell'autore sui sogni erotici e sanguinari, sui comportamenti estremi della nostra società di massa" si arricchisce di nuove vittime, nuovi persecutori e nuovi, inesorabili, 'capri'. Siano essi un'obesa donna delle pulizie rumena o una militante lesbica dal cuore tenero; un neonato che parla come i personaggi di Tomas Milian o un adolescente che 's'indemonia' durante la prima comunione; un 'Mister novanta miliardi del calcio' scopertamente decerebrato oppure una piccina scampata all'incendio di una fabbrica italiana di prodotti per bambini cinesi - vicenda, quest'ultima, che l'autore desume da un fatto di cronaca realmente accaduto. Tutto ciò, senza mai dimenticare che lo stile di Casa è sì altamente esilarante, ma il substrato reale di questi racconti, come immagino aggiungerebbe un altro suo giovane ma competente lettore - Matteo B. Bianchi - 'fa', e alquanto opportunamente per virtù d'arte, 'spavento'. (Massimo Canalini)
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