Vittoria della povertà. La ricchezza degli Stati Uniti e la povertà globale (La)

Vittoria della povertà. La ricchezza degli Stati Uniti e la povertà globale (La)

Da poco entrati nel Ventunesimo secolo ci rendiamo conto che moltissimi Paesi del Sud del mondo sono in uno stato di perenne crisi economica e che la loro prospettiva futura, un tempo ottimistica, è stata crudelmente sostituita da una visione cupa, alimentata dalla crescente povertà di massa, dalle ineguaglianze e dalla fame. Allo stesso tempo, le classi lavoratrici del Nord vedono i loro standard di vita abbassarsi notevolmente. "La vittoria della povertà" rivela i meccanismi di queste tendenze planetarie e la strategia precisa degli Stati Uniti per garantire ai Paesi dominanti del Nord il controllo dell'economia globale e il mantenimento del potere delle grandi multinazionali: si tratta di una straordinaria analisi degli assestamenti sociali da entrambi i versanti delle economie globali. La tesi di Bello è che misure quali l'adozione di barriere più basse per le importazioni, la rimozione delle restrizioni per gli investimenti stranieri, la privatizzazione di attività statali, la riduzione delle spese per la previdenza sociale e la sanità, i tagli selvaggi dei tassi e la svalutazione delle monete locali - tutte condizioni di aggiustamenti strutturali forzati dal Nord - hanno avuto conseguenze disastrose per i Paesi poveri. Concepito nel 1994, il saggio di Bello affronta i temi della povertà globale alla luce di quella profonda crisi finanziaria asiatica. Nel 1997, otto anni dopo la più grande sorpresa del Ventesimo secolo, il collasso del socialismo, è arrivata la seconda: l'implosione delle potenti e ricche 'tigri asiatiche', che erano state universalmente indicate come motori dell'economia mondiale. Bello spiega la fragilità di quelle economie e identifica i contorni di una crisi molto poco regionale, causata da un progresso drogato da capitali stranieri, piuttosto che da oculati investimenti locali. Definisce storicamente il tempo delle ideologie liberali, e delle strategie di contenimento, la crisi del debito e il reaganismo anni Ottanta, che hanno trasformato la questione Nord-Sud del mondo in un chiaro problema tra la ricchezza degli Stati Uniti e la nuova povertà globale.
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