Dio della scopata (Il)

Dio della scopata (Il)

Questo libro è punk rock dalla prima all'ultima pagina, anzi, dalla copertina in poi. Perché un titolo così richiede un testo di bassissima altezza. Questo libro è punk rock e Ben Myers l'ha scritto come fosse un diluvio ininterrotto di parole. Scritto in sette giorni, uscito per una piccola casa editrice di culto (la wrecking ball press), "Il dio della scopata" è una sfida al vostro buon gusto e alla vostra fantasia. Un giornalista musicale svogliato e stanco riceve l'incarico che nessuno vorrebbe: un viaggio-reportage alla ricerca del dio della scopata, una specie di Anticristo metallaro, simile in tutto e per tutto a un frullato di alcune delle star più oltraggiose dell'ultimo ventennio, da Iggy Pop a Marilyn Manson, gli spaventapasseri della cultura popolare perbenista. Ma la ricerca del DdS non impegna più di tanto le energie del nostro eroe, preso com'è in un monologo interiore divertentissimo e brillante, tra il puro onanismo e la critica dissacrante del mondo ricco e dorato del 'music business', il tutto (ricerca e monologo) ambientato nella Londra fantastica e decadente, smaccatamente finta ma suggestiva, amata dal protagonista. E se lo stile è punk rock, i sentimenti e i moti del protagonista sono a volte gentili, quasi delicati. Perché lui ci si ritrova e non l'ha scelto. Lui è un fan di Cat Stevens, santo cielo! Un libro che deve molto all'influenza e al genio di Hunter Thompson, un esordio travolgente per la promessa (già mantenuta) del giornalismo musicale anglosassone.
Prodotto fuori catalogo

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