Gonzaga. La Celeste Galeria

Gonzaga. La Celeste Galeria

Una città e una famiglia nel momento del massimo splendore e dello sfarzo: questa è l'immagine unica e irripetibile che offre "Gonzaga. La Celeste Galeria. Il Museo dei Duchi di Mantova". Ripercorrere a Mantova nelle Sale di Palazzo Te e nei lussuosi appartamenti del Palazzo Ducale che videro la nascita e poi la rovina di una delle corti più amate e discusse del Cinquecento/Seicento, quella dei Gonzaga, è davvero emozionante. E' importante, visitando la mostra e scorrendo le immagini, essere consapevoli dell'enorme lavoro e sacrificio intellettuale che ha comportato l'allestimento di "Gonzaga. La Celeste galeria. Il Museo dei Duchi di Mantova". Una vera e propria avventura scientifica, cinque anni di studi, ricerche archivistiche, ricognizioni, viaggi da parte di 60 studiosi italiani ed europei per ritrovare le fila di una collezione che fu enorme e raffinatissima e che sotto Ferdinando Gonzaga toccò vertici impressionanti, duemila dipinti e circa ventimila oggetti e manufatti preziosi. La mostra permette a Mantova di riammirare i suoi splendori e tornare a essere quella capitale della cultura europea, crocevia di arte e storia, che la sua attuale connotazione di città dedita all'industria e all'agricoltura lascia solo intuire. Un impegno grande, vissuto intensamente su più fronti, non solo quello dell'indagine storico-artistica ma anche su un'intesa finanziaria e organizzativa. A dimostrazione di come e quanto possano essere fruttuose le collaborazioni tra pubblico e privato sono nati il progetto di questo evento espositivo, i grandi contatti con le istituzioni museali italiane e straniere prestatrici delle opere e degli oggetti in mostra, un appropriato piano finanziario. Una Corte, una Famiglia, una città tornano a rivivere con Tiziano, Guido Reni, Dosso Dossi, Paul Rubens... ma grazie anche a un esemplare progetto fatto di percorsi, pubblicazioni (due cataloghi, un libro sulla cucina dell'epoca e una collana), un cd con musica scritta appositamente per i Duchi di Mantova, e un ricchissimo merchandising, che desidero sottolineare perché è uno dei settori nei quali l'impresa culturale italiana deve ancora fare molti passi per raggiungere standard europei e contribuire, così, al sostegno dell'arte e della cultura. A conferma della modernità del modello espositivo anche il progetto di apertura al mondo dei più giovani, l'educare-divertendo, dagli esterofili chiamato 'edutament'. Una pagina nuova si apre anche grazie all'attenzione che è stata giustamente dedicata alle presenze femminili, facendo riemergere dall'ombra, con grande capacità, duchesse e principesse (da Eleonora Asburgo a Eleonora de' Medici da Margherita Gonzaga a Caterina de' Medici) che furono determinanti, diplomaticamente e politicamente, nell'esercizio del potere e nell'impegno ad accumulare opere d'arte e beni preziosi. E' un evento importante non solo per Mantova, ma anche per capire la storia di una nazione cresciuta tra i particolarismi di Ducati e Signorie, capace però nei secoli di una grandezza, che denota una visione europea. (Giuliano Urbani, Ministro per i Beni e le Attività Culturali).
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