Democrazia: il dio che ha fallito

Democrazia: il dio che ha fallito

Libro di un pressappochismo e di una vacuità sconcertante. Lesimio professor Hoppe, ottimo discepolo dei libertari Nozick e Von Hayek, teorici dello Stato minimo, tenta di dimostrare perfetti enunciati aprioristici e anti-sociali, degni del peggior stereotipo yankee. Una natura umana votata ai (dis)valori materialistici - istintuali, posseduta dal controllo morboso del potere e del possesso, sotto scacco di una ragione avida e una indiscriminata sete di benessere, felicità, ricchezza: benvenuti davanti al cittadino anarco-libertario di Hoppe, in trionfo per linvidiatissimo modello americanocentrico delle guerre per la democrazia e convinto che tutto il globo debba ridursi a sua immagine e somiglianza (e a chi altro, se no?). È lindividuo calvinista che difende il ranch colt alla mano, lhomo oeconomicus senza patria, senza Dio, senza affetti, senza scopi extramondani che non profumino di dollari e Rolls Royce. Insomma, un animale meccanizzato e senza scrupoli. Chiaro come le logiche e consequenziali idee sulla società e sulla comunità statale, non creano a dirsi neanche troppo stupore. Per Hoppe, il figlioccio delle magnifiche Rivoluzioni Francese - inglese americana (in ordine di importanza) la res publica si situa un passetto prima del socialismo reale (sic!) e molto distante dallanarchia libertaria (o Stato delle caverne, o legge della giungla, che dir si voglia: la sua teoria da the e pasticcini preferita). Lo stato sociale? Un orpello da demolire. La proprietà privata? lunico rimedio alle immigrazioni selvagge di individui incolti, tra i quali primeggiano negri e zingari (sic! - E due). Hoppe infatti preferisce gli immigrati colti perché più utili alla civilizzazione. Degli altri non è dato sapere Generalizzazioni illuministe, banalizzazioni finto-progressiste e luoghi comuni, fanno di questo libro un torvo coacervo di ignoranza e inattendibilità degni di un borghesuccio assetato di vendetta, un cumulo di imbrogli razionalistici impigliati da pregiudizi fumosi e imbevuti di squallida modernità egocentrica. Un esempio di quanto la logica umana post-illuminista possa scendere verso il basso e non vedere neanche il fondo.
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